Convegno in presenza Rotary Club di Cento, con i Club di area Estense e Felsinea 1-2; in remoto e-Club Romagna, e-Club 2072 e Rotary EcoClub Milano.
Il nostro socio Giorgio Garimberti ha presentato la serata, da lui organizzata in quanto Presidente della commissione Distrettuale Ambiente. La serata prevede l’intervento di quattro importanti relatori, tutti soci rotariani!
Dopo il breve intervento di Michele Poccianti che ha portato il saluto del Governatore del nostro Distretto, Stefano Spagna Musso, è stata data la parola al Prof. Fabio Fava.
Fabio Fava, Professore Ordinario presso la Scuola di Ingegneria dell’Università di Bologna in Biotecnologie Industriali ed Ambientali, copre diversi incarichi presso l'Unione Europea. E’ rotariano del Club Valle del Savena.
Titolo della relazione: Green deal e Bioeconomia per la rigenerazione ambientale, prospettive in Europa ed in Italia. Il Professore ha ricordato le tesi del Prof. Emerito Vincenzo Balzani (che è stato nostro ospite in una precedente serata). Il nostro pianeta è una navicella che gira nello spazio con più di 7 miliardi di passeggeri (gli abitanti della terra) che hanno bisogno di risorse, energia, e che producono rifiuti di ogni tipo. Gli abitanti continuano ad aumentare ed avranno bisogno sempre più di maggiori risorse, ma la navicella dispone di risorse “finite” ed anche lo spazio dove mettere i rifiuti è “finito”. Un altro problema è che le risorse non sono distribuite uniformemente nei vari continenti, come pure i consumi e il numero di abitanti.
Secondo i dati degli studiosi, se continuiamo col ritmo attuale, nel 2050 utilizzeremo il doppio delle risorse attuali ed avremo un aumento dl 70% dei rifiuti. I dati dicono che è possibile ridurre le emissioni senza compromettere lo sviluppo economico. Ci sono varie cose che bisogna fare che si riassumono nella Economia Circolare: utilizzare meglio le materie prime, usare di più le fonti rinnovabili e recuperare i rifiuti. E’ un lavoro fondamentale, l’Europa si è data degli obiettivi ambiziosi : carbon free entro il 2050, ovvero la fine dell’emissione di tutti i gas con effetto serra. Questa economia circolare va attuata sia nell’industria che nell’agricoltura.
Secondo intervento del nostro socio il Prof. Rino Ghelfi.
Professore associato di economia ed estimo rurale alla Università di Bologna.
Titolo della relazione: la rigenerazione rurale e agro forestale.
Il prof Ghelfi ha richiamato i 60 anni di politica europea nell’agricoltura. Stiamo vivendo un periodo di grande disponibilità e varietà di alimenti che non si era mai visto nella storia. Abbiamo anche degli standard di sicurezza che non hanno paragoni al mondo.
Siamo riusciti a produrre più cibo ed anche migliore! La politica ambientale è molto presente e ben il 40% delle risorse europee per l'agricoltura va in questa direzione. Negli ultimi 10 anni abbiamo aumentato del 30% la produzione agricola migliorando l’ambiente. In Europa abbiamo un bilancio commerciale agroalimentare molto positivo. Per quanto riguarda i due paesi attualmente in guerra, la mancata importazione di cereali o semi oleosi non è particolarmente importante per l’Europa, lo è molto di più per la mancata importazione dei fertilizzanti.
Terzo intervento Prof. Maria Cristina Pedicchio in video-collegamento remoto da Trieste. Professore ordinario di algebra all’Università di Trieste, Presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale. Titolo della relazione: la rigenerazione dell’idrosfera. Una missione importante che si è data l’Unione Europea è quella di “restaurare mari ed oceani”. Il mare è fondamentale per la vita sulla terra, innanzitutto regola il clima, poi ci sono i temi legati ai trasporti, al turismo, alla economia, all’energia, al cibo alla medicina ecc… Purtroppo però il mare è stato sfruttato in una maniera insostenibile. Sono state individuate 5 priorità simbolicamente rappresentate dalle punte di una stella marina. Tutela della biodiversità, tema della decarbonizzazione, tema dell’inquinamento, poi la conoscenza e la governance.
La situazione dell’inquinamento marino è molto grave, soprattutto per la plastica, e poi non vediamo tutto quello che si sta depositando nel fondo dei mari! La professoressa ha poi presentato un volumetto promosso dal Rotary Club Trieste dedicato ai bambini che sarà pubblicato a breve e verrà distribuito nelle scuole dell’infanzia. E’ un libretto educativo sulla tutela dell’ambiente adatto ai bambini.
Quarto ed ultimo intervento il Prof. Franco Cotana in video-collegamento da remoto. Professore ordinario di Fisica Tecnica Industriale all’Università di Perugia. Titolare di innumerevoli incarichi universitari e ministeriali.
Titolo della relazione: transizione energetica, idrogeno sostenibile.
Il professore ci ha mostrato un grafico della variazione della temperatura sulla terra negli ultimi 400.000 anni. Le variazioni sono state molte, da +4 a -9 gradi, ma sempre lente, mai veloci come negli ultimi decenni.
E’ dimostrato che l’aumento della temperatura è collegato all’uso dei combustibili fossili, per questo l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di terminarne l’uso entro il 2050; altri paesi (Cina ed India) si sono dati degli obiettivi più avanti fino al 2070. L’energia viene prodotta da varie fonti, il 20% da rinnovabili, la maggioranza da metano e petrolio. Solo una parte viene trasformata in energia elettrica, la maggior parte viene utilizzata per l’industria, i trasporti ed il riscaldamento. E’ stato fatto un piano ambizioso per i prossimi 28 anni. Bisogna aumentare l’efficienza energetica di almeno del 30%. Ci sono grandissimi margini per aumentare l’efficienza, per esempio riqualificando gli edifici più vecchi, e anche nell’industria si può fare molto.
Più complessa la situazione dei trasporti, se tutte le auto fossero elettriche, la rete di distribuzione collasserebbe perché non avrebbe la potenza per alimentare tutto il parco auto. C’è da aumentare di molto la produzione di energie rinnovabili, è previsto un aumento del 77%. Per le rinnovabili la parte principale sarà il fotovoltaico, ma ci sono buoni margini per l’eolico, e le biomasse. Le biomasse hanno il vantaggio di essere produttive con più continuità e non sono limitate alle ore solari come il fotovoltaico.
Inoltre c’è l’idrogeno, considerato un vettore energetico. Non si trova libero in natura, come il metano, ma bisogna produrlo utilizzando altra energia.
L’idrogeno si può produrre da varie fonti: biomasse, nucleare, fotovoltaico, eolico; ma oggi viene prodotto in maggioranza dal metano.
Si intende per idrogeno verde solo quello prodotto da energie rinnovabili, il resto viene definito con altri colori. Per produrre idrogeno si consuma più energia di quella che si ricava usando l’idrogeno prodotto. Ha quindi senso se si produce coi surplus di energia elettrica che altrimenti non andrebbe utilizzata. Si può produrre anche col biometano ottenuto dalle biomasse. Questo metodo è molto positivo per l’ambiente; gran parte dell’anidride carbonica prodotta con questo sistema viene sequestrata nel digestato che diventa un fertilizzante organico per il terreno. Il fotovoltaico invece non sottrae anidride carbonica, ed ha anche lo svantaggio di assorbire calore dal sole e contribuire al riscaldamento globale.
L’idrogeno può essere trasformato in elettricità nelle celle a combustibile, che possono essere montate sugli automezzi. Esistono già auto di questo tipo, ma bisogna creare una rete di distribuzione per l’idrogeno, non facile anche per la difficoltà di trasportare questo gas che va mantenuto ad alte pressioni, è volatile e facilmente infiammabile.
Tutti i relatori hanno sottolineato come il Rotary possa avere un ruolo importante nella transizione ecologica, grazie alla sua diffusione internazionale, ed alle molteplici professionalità dei suoi membri
Alle interessanti relazioni è seguito un vivace dibattito. con varie domande poste dai molti presenti. Primo Zannoni